“Si può essere poeta in tutti i campi: basta essere avventurosi e andare alla scoperta”: è il poeta francese Guillaume Apollinaire quest’anno a regalarci la frase che ci accompagnerà lungo tutto il cammino scolastico, segnandone i binari e la meta.
Il termine “poesia” deriva dal verbo greco poiein, che significa “fare”: l’attività poetica non è qualcosa di astratto, anzi è necessario essere attenti alla realtà, alle cose (sia quotidiane che eccezionali), a ciò che ci affascina e ci “parla”, in ogni ambito, in tutti i campi e da subito.
Durante la mattinata del 9 settembre, primo giorno di scuola – tra canti, filmati, giochi e incontri con amici vecchi e nuovi – è già emersa la prima scoperta: se avremo occhi, braccia e cuore da avventurieri potremo insieme svelare la bellezza di ciò che ci circonda e di ciò che ci attende.
Questo l’augurio, questa la promessa, questa la sfida dell’educare che, come ha ricordato la Preside nel saluto iniziale, è possibile percorrere insieme, genitori e insegnanti. Il “come” ce lo svela il poeta Davide Rondoni in bellissimo scritto: dobbiamo imparare, noi adulti, a non dare “istruzioni”, ma ad avere uno sguardo “interessato al vero della vita, e che non ha paura di trattenerli, di lasciarli andare oltre la soglia” della scuola, dove “avranno il piacere di scoprire e di impararare”. Sarà allora che si volteranno “a vedere che luce abbiamo negli occhi”.
Nel saloncino del teatro abbiamo cantato, ballato e imparato la canzone che la prof. di musica ha composto per questo inizio d’anno.
Nel grande auditorium, seduti in poltrona come al cinema, abbiamo guardato uno spezzone del film Soul, a partire dal quale il prof. di arte ci ha mostrato e spiegato varie opere di artisti, maestri nell’accorgersi di quanto sia eccezionale e unico ogni dettaglio della realtà.
Come i cavalieri alla giostra medievale, ma armati di appuntite matite! Ecco la sfida proposta dal prof. di motoria che ha coinvolto tutti in una gara all’ultimo ostacolo e senza esclusione di colpi!
Alla San Carlo siamo tornati!