Venerdì 24 settembre, come da tradizione, le classi prime hanno incontrato il maestro Alberto Villa, un grande amico della scuola San Carlo.
Tra un ballo e l’altro, in modo del tutto nuovo e sorprendente, ha raccontato della sua vita da ragazzo, della sua difficoltà nell’accettare i propri limiti, dei suoi tentativi ironici – la crema sbiancante per le lentiggini o il gel super fissante per un ciuffo alla Elvis! – per essere guardato, ma soprattutto degli incontri inaspettati con quegli amici che hanno dato un nuovo respiro alle sue giornate.
Eh sì, perché quegli amici hanno cominciato a stimare la sua, seppur bizzarra, unicità.
Perché lo sguardo di quegli amici sembrava dirgli: “Senza di te il mondo non esiste. E se esistesse, non sarebbe bello senza di te!”.
Così è accaduto il miracolo più grande: ha cominciato a piacersi, ha scoperto la bellezza e il valore dell’esserci, perché un Altro lo aveva voluto esattamente così.
Da quel momento in poi la sua vita è diventata più saporita – come dice la canzone di Magellano – e ha scoperto che c’era un gusto nuovo anche nel piegare i vestiti alla sera, anziché abbandonarli dappertutto.
Il racconto della sua esperienza è stata l’occasione per ricordare ai ragazzi che ciascuno va bene così com’è e che la scuola è proprio il luogo dove insieme è possibile fare questa scoperta, il luogo dove conoscersi a fondo per diventare protagonisti.
Ma in che modo? Studiando. Lo studio è l’unica strada per penetrare la realtà e farla nostra.
Forza, ragazzi! Che fatica…ma che promessa!
prof.essa Mariella Chieco
Ecco alcune frasi scritte dai ragazzi nei giorni seguenti:
Camilla: “In un umido venerdì mattina il maestro Villa arrivò nel campetto da calcio: un uomo di una certa età, con gli occhiali, di altezza media. Quando ha iniziato a parlare mi sentivo sempre meglio con me stessa.”
Mattia: “Ci ha detto che siamo tutti belli perché Dio ci ha voluti così”
Beatrice: “A un certo punto ci siamo messi in un bel cerchio grande: ci potevamo guardare tutti in faccia e sorridere insieme. Il maestro era sempre pronto a farci divertire, tutti ci sentivamo a nostro agio e protagonisti”.
Marta: “La cosa che mi ha colpita di più è stato un signore che è rimasto talmente affascinato nel guardarci che continuava a passare davanti al campo per ascoltare”.
Matilde: “Grazie ai professori e al maestro Villa perché ci hanno regalato questo incontro. Mi ha fatto capire che non devo giudicare gli altri ma guardare a ciò che hanno dentro il cuore. Mi ha fatto capire anche che devo andare alla ricerca dei miei talenti nascosti”.
Carolina: “Da questa esperienza mi porto dentro che dobbiamo essere protagonisti della nostra vita: si può essere poeti in tutti i campi basta essere avventurosi e andare alla scoperta, sia nell’ambito scolastico sia in altri.”